Mediazione familiare: un caso reale tra conflitto e accordo

Anna e Marco: una sentenza di divorzio che non funziona più

Anna e Marco sono separati e divorziati da anni. Hanno due figli Carlotta e Tommaso, di 11 e 7 anni e, dopo la fine del matrimonio, hanno iniziato una nuova relazione ed hanno avuto, ognuno, un altro figlio.

L’organizzazione familiare non è mai stata semplice e si è complicata ulteriormente con la nascita degli altri due figli dalle rispettive relazioni.

La comunicazione è disfunzionale ed ogni occasione è buona per litigare, soprattutto tramite Whatsapp, con infinite catene di messaggi scritti e vocali.

Il livello di litigiosità è talmente alto che le ripercussioni emotive hanno toccato le rispettive nuove famiglie, dove sia Anna che Marco riversano il proprio malumore, facendone risentire gli effetti sia ai rispettivi partner che ai figli. I partners non sono più disposti a tollerare le continue liti tra Anna e Marco.

Anna è decisa a tornare dal giudice e Marco, naturalmente, è pronto a difendersi.
Vengo contattata dagli avvocati di entrambi che hanno proposto ai rispettivi clienti di affidarsi alla mediazione familiare: i legali hanno tentato di trovare un nuovo accordo ma, nonostante il fiume di mail e di incontri finalizzati a trovare un modo per evitare la causa giudiziale, non ci sono riusciti. E i clienti, al di là delle dichiarazioni, in fondo non vorrebbero affrontare una causa, sia per i costi sia perché hanno bisogno di una soluzione in tempi brevi.

Dopo averli introdotti alla mediazione e aver dato loro le informazioni fondamentali per iniziare il percorso (obbligo di riservatezza, volontarietà del percorso e quindi libertà di interromperlo in qualsiasi momento, costi di ciascun incontro, modalità di dialogo), entriamo nel vivo del conflitto.

Visioni opposte di due genitori separati | Studio Legale Romina Anichini

Visioni opposte di due genitori separati

Per Anna, Marco non è in grado di prendersi cura di Carlotta e Tommaso nei tempi stabiliti dalla sentenza, tre giorni l’uno e quattro l’altro in una settimana e viceversa nell’altra. Questo calendario non viene mai rispettato a causa di Marco e di fatto sopperisce sempre lei alle sue assenze o ai suoi ritardi. Oltretutto Marco, con la sua compagna, ha scelto di vivere in un paese troppo distante da quello in cui abita Anna e in cui, soprattutto, i ragazzi vanno a scuola e svolgono le attività pomeridiane.

Il comportamento di Marco ha anche inevitabili conseguenze economiche, dato che Anna deve provvedere maggiormente ai pasti, agli spostamenti in auto, alla cura materiale di Carlotta e Tommaso quando il papà non riesce.

Per Marco la situazione non è catastrofica come la descrive Anna, ci vuole solo un pò di flessibilità e pazienza, quella che Anna non ha mai avuto, pretendendo sempre il rispetto rigido delle regole, il preavviso per qualunque cambiamento, non tollerando mai l’imprevisto.

Scelte di vita e recriminazioni: tra sogni, sacrifici e responsabilità familiari

Anna ha lasciato il lavoro dei suoi sogni, come graphic designer, per dedicarsi di più ai figli e si è accontentata di un lavoro part time, come inserviente in una mensa aziendale, con uno stipendio molto basso ma con un orario che le consente di portare a scuola i figli al mattino e di seguirli, nei compiti e nelle attività extra, al pomeriggio. Ciò anche perché sua madre, nonna dei bambini, che le ha sempre dato una mano, non è più disponibile come un tempo, essendo ormai anziana.

Anche Marco ha lasciato il suo lavoro: da un tempo indeterminato come operaio a turni in un’azienda ceramica, è passato a fare il fotografo, libero professionista, il lavoro dei suoi sogni. Certo, ha lasciato il posto fisso e uno stipendio sicuro tutti i mesi in ceramica, ma la fotografia è tutta un’altra storia: se riesce ad ingranare, darà un futuro migliore ai suoi figli.

Anna:E’ inutile che giudichi le mie scelte, lodando solo le tue. Io ho dovuto lasciare il lavoro dei miei sogni per colpa tua, perché non sei mai presente, non riesci mai ad essere puntuale nel portare i bambini a scuola o per portarli a fare sport o alle partite di sabato o domenica. Carlotta ha bisogno dello psicologo, hai anche fatto storie perchè è un impegno ulteriore, come hai fatto storie per il corso di teatro che Carlotta stessa ha chiesto di fare. Per questa ragione ho deciso di sacrificare le mie ambizioni professionali e di guadagnare anche meno”.

Marco:Tu dici di avere sacrificato il tuo lavoro ma poi ti lamenti perchè non ce la fai con i bambini, non ce la fai con i soldi, deciditi…..per me avere lasciato il lavoro dei tuoi sogni non è stata una buona idea, oltretutto guadagni meno e non mi sembra che tu abbia risolto i problemi, anzi, mi sembri più frustrata!”

Anna:Certo che non ho risolto il problema! perchè adesso collabori meno di prima! Prima, almeno, c’eri sempre il sabato e la domenica, adesso mi chiedi cambi di programma all’improvviso, mi salti i week end da un giorno all’altro, non ho più il controllo dell’organizzazione della mia famiglia e non riesco neanche a programmare un week end perchè temo che all’ultimo tu mi chieda di stare con i bambini”.

Fermiamoci. Il mediatore ascolta, riflette e domanda.

Mediatrice:Anna, mi sembra di capire che lei ha lasciato il suo lavoro per garantire una maggiore presenza ai suoi figli e anche alla sua nuova famiglia. Questa scelta ha determinato il sacrificio delle sue aspettative professionali ed economiche. Marco, lei invece ha fatto il passaggio inverso, che l’ha portata da un lavoro stabile e sicuro ad un lavoro meno stabile, meno sicuro ma più soddisfacente. Avverto il suo entusiasmo. Avverto anche un altro aspetto. Mi pare che lei abbia detto che vede Anna più frustrata”.

Marco:Sì secondo me non ha fatto la scelta lavorativa giusta. Secondo me è giusto perseguire le proprie ambizioni”. Anna lo guarda.

Mediatrice:Anna, cosa ne pensa di quello che dice Marco?”

Anna:A me piaceva molto il mio lavoro, ma non ce la facevo a portare avanti carriera e famiglia e tenere tutto sotto controllo”.

Mediatrice:Anna, a che tipo di controllo si riferisce?

Anna:Faccio un esempio. Non è tollerabile che i bambini arrivino a scuola sempre in ritardo quando sono a casa sua a dormire. Lui non è mai stato deciso nel farli svegliare in tempo. Allora preferisco che trascorrano con il padre solo il pomeriggio e che tornino a casa da me per la notte, così al mattino saremo sicuramente puntuali”.

Marco: “Non lo trovo giusto. Io voglio viverli i miei figli. Inoltre è faticoso per loro ripartire dopo cena, quando magari ci rilassiamo sul divano, per tornare a casa della mamma”.

Mediatrice:Anna sembra che a lei prema molto la puntualità ed il rispetto degli impegni, a tal punto che ha sacrificato le sue ambizioni professionali”.

Anna:Sì è così. E’ l’unico modo che ho perché tutto giri bene, i figli a scuola puntualmente, a calcio o pallavolo al pomeriggio, c’è anche la psicologa per Carlotta ed il teatro, un giorno alla settimana. Lui fa storie e allora ci penso io. Non voglio che i nostri figli abbiano ulteriori delusioni”.

Marco: “Io non faccio storie come dici tu. Semplicemente sono meno rigido di te e anche se a fatica arrivo a fare tutto”.

Anna:Ah certo! è talmente vero che spesso salti i tuoi week end perché all’improvviso salta fuori un matrimonio e tu non lo puoi rifiutare! Ho anch’io la mia vita privata!

Marco: Io non ti ho mai negato la mia disponibilità ad aiutarti, ma purtroppo questo per me è un momento professionalmente in salita e non posso rifiutare i lavori che mi propongono anche all’ultimo momento”.

Mediatrice:Propongo di concentrarci sui tempi di cui ciascuno di voi ha bisogno.

Se ho capito bene, Anna richiede puntualità dei tempi durante la settimana per gli impegni dei ragazzi – quindi scuola e attività pomeridiane – e un certo preavviso rispetto all’organizzazione del week end. Marco richiede flessibilità rispetto all’organizzazione del week end perchè può ricevere, all’ultimo momento, proposte di lavoro a cui non vorrebbe rinunciare perchè è all’inizio del nuovo percorso lavorativo. Inoltre Marco non è d’accordo sul far pernottare i ragazzi sempre dalla madre perché si priverebbe di momenti significativi della giornata con loro. Ho ben compreso, genitori?”. Anna e Marco annuiscono.

Mediatrice:Marco per lei è importante la soddisfazione professionale e mi sembra di capire che le serva tempo per crescere professionalmente e che i maggiori lavori si concentrino nel fine settimana. Mi sembra invece di capire che durante la settimana i ritardi siano dovuti, più che altro, ad una tendenza ad assecondare i suoi figli e alla distanza della sua abitazione dal luogo in cui devono essere accompagnati, scuola o sport che sia. Mi ha colpito quando lei ha detto che vede Anna più frustrata di prima, cioè prima che cambiasse lavoro. Lei quindi comprende il senso di frustrazione di Anna?

Marco:Certo che lo comprendo! Io per anni ho fatto un lavoro che non mi piaceva! è per questo che secondo me ha fatto una scelta sbagliata……oltretutto era brava come grafica ….”. Anna lo guarda.

Mediatrice:Anna quanto incide sulla sua organizzazione familiare sapere all’ultimo minuto che il papà non può trascorrere il week end con Carlotta e Tommaso?”

Anna: “I miei figli non sono un peso nel week end. Ma questo suo approfittarsi della mia disponibilità mi disturba!”.

Marco:Ma io non mi approfitto! Ti chiedo di capire che è una necessità temporanea…..e per questo ti ringrazio! Io penso che se il lavoro andrà sempre meglio, ne beneficeremo tutti!

Mediatrice:Marco, mi sembra che apprezzi la disponibilità di Anna…..”.

Marco:La sua disponibilità è fondamentale per me, soprattutto in questo momento della mia carriera. Potrei chiedere aiuto nel week end alla mia compagna ma sono convinto che i miei figli starebbero meglio con la madre…..”

Mediatrice: “Mi pare di capire che riconosce ad Anna il grande pregio della disponibilità e la capacità di far fronte sempre ai bisogni dei suoi figli, in qualsiasi momento. Tuttavia lei stesso ha notato che Anna sembra più frustrata…..”.

Marco: “Sì……frustrata, sempre nervosa e credo anche stanca……forse potrei in qualche modo compensare con una maggiore presenza per i ragazzi durante i pomeriggi della settimana. Inoltre posso proporre di recuperare il week end saltato, nel week end successivo, se Anna lo vuole”.

Anna:A me preme anche la puntualità a scuola, al mattino. Il registro elettronico è pieno di entrate in ritardo, ai ragazzi non fa bene entrare a lezione già iniziata e essere ripresi dall’insegnante”.

Mediatrice: “Più che la puntualità, mi pare che le stia a cuore la serenità dei suoi ragazzi”.

Anna: “Esatto, è per questo che ho fatto questa scelta lavorativa, non appagante professionalmente, ma almeno cerco di garantire stabilità ai ragazzi”.

Mediatrice:è pensabile secondo voi concentrare l’impegno del papà durante i pomeriggi della settimana, ritirando i ragazzi da scuola, facendoli pranzare a casa del papà, facendogli fare i compiti e poi accompagnandoli nelle varie attività pomeridiane? In modo che alla fine il papà li accompagni direttamente a casa dalla mamma per la cena ed il pernottamento. Marco in questo modo lei avrebbe tutta la mattina libera per lavorare, oltre al week end, anche se sopraggiunge un impegno all’ultimo sa che Anna è disponibile”. Marco annuisce.

Anna:A me starebbe bene, almeno il pomeriggio potrei dedicarmi a qualcosa che mi piace e magari guadagnare qualche altro soldo….perchè comunque il mio stipendio attuale è molto basso, mentre le esigenze dei figli e anche la loro presenza a casa di fatto aumentano”.

Marco, spontaneamente:Beh Anna, potrei darti una mano, economicamente intendo. Obiettivamente ti occuperesti di quasi tutte le cene e le colazioni durante la settimana e di qualche week end in più….io guadagno qualcosa in più nel fine settimana”.

Anna:In effetti….”.

Riconoscere il valore dell’altro per ritrovare equilibrio | Studio Legale Romina Anichini

Riconoscere il valore dell’altro per ritrovare equilibrio

Naturalmente non è possibile descrivere nel dettaglio un percorso di mediazione familiare ma il mio intento è far comprendere a chi legge che, nello snodo delle battute dell’una e dell’altra persona, il mediatore intercetta il bisogno (bisogno di riconoscimento del proprio valore, bisogno di aiuto, bisogno economico, bisogno di garantire serenità o stabilità ai figli….) e le aiuta a manifestare tale bisogno affinché l’uno e l’altro possano comprenderlo e cercare di capire come soddisfarlo, attraverso le proprie risorse e possibilità (di tempo, economiche, personali).

La mancata esplicitazione del bisogno delle parti è sempre alla base del conflitto nella relazione personale in generale e nella relazione familiare in particolare.

Perché la mediazione familiare funziona?

La mediazione familiare funziona perché crea uno spazio neutrale in cui le persone possono comunicare senza giudizio, con l’aiuto di un professionista esperto. Aiuta a superare i conflitti puntando su soluzioni concrete e condivise, nel rispetto di tutti. È più rapida e meno costosa di una causa legale e permette di tutelare meglio i legami familiari, soprattutto in presenza di figli.

Nel caso specifico, Anna si aspettava il riconoscimento del valore del suo sacrificio, come il riconoscimento del valore del suo ruolo genitoriale. Marco, gradualmente, ha tributato ad Anna l’apprezzamento sia come professionista che come madre di cui lei aveva bisogno per dare un senso al suo sacrificio lavorativo.

Anna a sua volta riconosce il valore professionale di Marco, offrendo massima disponibilità per consentirgli di crescere e di dare uno slancio alla sua svolta lavorativa. Il “disturbo” che avverte Anna ogniqualvolta Marco le chiede il favore di stare con i bambini nel week end di sua spettanza è dettato più dal mancato riconoscimento del suo sacrificio da parte di Marco, piuttosto che dal “peso” di tenere i bambini in un week end che non è il suo.

Le domande del mediatore, la riformulazione delle affermazioni dei mediandi, il riflesso delle emozioni o dei sentimenti espressi dagli stessi aiutano a sbloccare il canale della comunicazione – spesso intasato dalle delusioni, dalle incomprensioni, dal rancore – e gradualmente “educano” i mediandi a mettersi nell’ottica dell’altro, a chiedersi “di cosa ha bisogno l’altro” in un avvicendarsi di momenti che servono a disinnescare il conflitto e valorizzare la relazione.

Il ripristino di una comunicazione funzionale ed efficace determina poi, “magicamente”, la proattività dei mediandi nell’individuare la soluzione pratica al problema posto o nell’individuare i termini di un accordo.

Essendo essi stessi fautori ed autori dell’accordo di riorganizzazione della loro vita familiare sono consapevoli delle disponibilità e capacità necessarie a farlo funzionare e sono quindi in grado di conoscere la misura della sostenibilità dell’impegno preso.

Per questo motivo gli accordi trovati in mediazione sono più stabili, efficaci e durevoli rispetto a quanto impone una sentenza. Tali accordi sono anche più duttili perché l’intervento del mediatore è servito soprattutto a sbloccare una comunicazione incagliata e a rendere la comunicazione costruttiva e funzionale, in grado di rimodulare gli accordi efficacemente ogniqualvolta cambi o sopraggiunga un nuovo bisogno.

Quando il dialogo sembra impossibile, c’è la soluzione

Ti senti in trappola in un conflitto che sembra non avere via d’uscita?
A volte non servono soluzioni perfette, ma uno spazio sicuro in cui potersi ascoltare davvero. La mediazione familiare può aiutarti a ritrovare un punto di contatto, anche quando tutto sembra troppo difficile.

Puoi scegliere di fare il primo passo di persona nel mio studio di Formigine in provinica di Modena oppure online, nel modo che ti fa sentire più a tuo agio o in base alle tue necessità.

I miei contatti

(+39) 375 78 98 203

romina@avvocatoanichini.it

Via Trento Trieste, 57 Formigine – MODENA

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